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Biografia di Remo Giatti
Remo Giatti nasce nel 1954 a Grosio, in un piccolo villaggio della Valtellina vicino alla frontiera svizzera. Paese di montagne e rocce, paese dalle forti tradizioni popolari. Le numerose incisioni rupestri vecchie di 5000 anni del luogo rappresenteranno per l'artista un'inesauribile fonte di ispirazione per la sua opera grafica.
Compie gli studi superiori a Milano e si laurea in architettura. Dopo una ventina d'anni trascorsi nella pubblica amministrazione milanese, rimette in questione la sua vita. Remo Giatti si rivolgerà verso un'esistenza più in sintonia con le sue aspirazioni profonde e la sua passione per l'arte.
Come artista, ha iniziato a esporre a vent'anni con una serie di disegni introspettivi che gli apriranno la strada verso il cammino della sperimentazione nel mondo dell'incisione, della xilografia, della litografia e del disegno con delle opere su carta e dei collage. Remo Giatti si metterà alla ricerca del sua cifra artistica, della sua visione pittorica utilizzando la placca da incidere come un vero « basso -rilievo » su cui combinare diverse tecniche.
Remo Giatti perfezionerà queste tecniche frequentando i corsi della Scuola Internazionale Grafica di Venezia presso Riccardo Licata, erede della linea espressiva degli « innovatori » (Henri Goetz, Johnny Friedlaender, Stanley William Hayter e il suo famoso Atelier 17) ; lavorerà anche a Salisburgo alla Scuola Internazionale con Strawalde e Nitsch, poi all'atelier Trahklhaus. I suoi incontri con l'artista belga Enk De Kramer e soprattutto con Luca Crippa, indiscutibile attore di primo piano del mondo grafico italiano (con cui stringerà una solida amicizia), saranno determinanti per decidere il proprio percorso. Altri incontri nelle gallerie milanesi o in occasione di mostre ne rappresenteranno un'ulteriore conferma (il fotografo Mario Giacomelli, Gianni Dova, Emilio Vedova, Giancarlo Vitali, l'atelier Linati, la poetessa Alda Merini, etc) e faranno il resto per il proseguimento della sua formazione artistica stabilizzando il suo gusto e forgiandogli un carattere generoso e poco incline ai compromessi. Le lunghe conversazioni con lo scultore Mario Negri, i suoi incoraggiamenti e il suo esempio saranno uno sprone per Remo Giatti a continuare nel campo dell'incisione al di là degli inevitabili momenti di sconforto.Remo Giatti deciderà di praticare tutte le tecniche della stampa, diventerà incisore delle proprie placche nel suo atelier; collaborerà anche con artisti del mondo intero per realizzare dei libri di piccolo formato, delle targhe e altro, scambiando anche centinaia di opere per formare un piccolo « Museo tascabile » personale.La sua opera grafica è costituita da 400- 500 incisioni (non le ha contate) a modestissima tiratura (in generale fra le 10 e 20 prove). Fra queste opere, un centinaio presenta la montagna come tema. Sono immagini evocatrici dove la prevalenza del magico e del sacro si mescolano a suggestioni archeologiche, etnografiche, al di là del reale e a una ricerca astratta. L'opera grafica di Remo Giatti è stata premiata all'Esposizione Internazionale di Kiwa a Kyoto in Giappone (2003 e 2011).Abbiamo già avuto il piacere di presentare la bella opera di Remo Giatti nella nostra sezione "Clin d'oeil" (Montagne dal 20/06/2013 al 01/10/2013).
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Manifestamente artisti
L'arte e gli artisti si mettono in mostra : manifesti, gallerie, musei, esposizioni personali o collettive. Sui muri o nelle vetrine, sagge o ribelli, i manifesti avvertono, commentano, mostrano. Alcuni sono stati composti da un artista in occasione di un avvenimento particolare, altri, austeri, non hanno che la lettera.Alcuni sono stati creati con la tecnica litografica, la maggior parte sono delle semplici riproduzioni offset. Numeroso sono quelli che amano collezionare questi rettangoli d'arte, su carta lucida o opaca, monocrome o con differenti colori, con molte parole o quasi mute. Vi presentiamo riuniti qui di seguito i manifesti (francesi e stranieri) in omaggio agli artisti presenti sul nostro sito (327 ). Tra questi ultimi, alcuni non hanno ancora il « loro manifesto », che viene quindi sostituito da un catalogo d'esposizione o da una rivista. Siamo felici di poter rendere omaggio, grazie a questa rubrica, alcune gallerie mitiche come Denise René, Louis Carré, Claude Bernard, Berheim Jeune, Maeght, Pierre Loeb e moltre altre ancora.
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