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Marton Takáts nasce a Budapest, nel 1971, in una famiglia di artisti francofoni e fracofili. Il nonno era pittore. Disegna già a partire da cinque anni e poi, influenzato da Rembrandt, Goya, Dürer, Piranèse, s'interessa alle arti grafiche a soli tredici anni. Seguirà la scuola di Belle Arti di Budapest dal 1990 al 1995, orientandosi particolarmente verso l'incisione. Con il suo diploma in tasca viene subito in Francia per la sua prima esposizione a Saint-Peray (vicino a Valence) nel...
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Biographie de Marton Takáts
Marton Takáts nasce a Budapest, nel 1971, in una famiglia di artisti francofoni e fracofili. Il nonno era pittore. Disegna già a partire da cinque anni e poi, influenzato da Rembrandt, Goya, Dürer, Piranèse, s'interessa alle arti grafiche a soli tredici anni. Seguirà la scuola di Belle Arti di Budapest dal 1990 al 1995, orientandosi particolarmente verso l'incisione. Con il suo diploma in tasca viene subito in Francia per la sua prima esposizione a Saint-Peray (vicino a Valence) nel quadro dell'Associazione « Amitiés Franco-Hongroises ». Seguirà un periodo di incertezze e di rimesse in discussione: continuare a fare dell'incisione e se si afferma questa direzione come far evolvere il proprio lavoro? L'artista esce da questo dilemma immaginando di essere un « incisore vagabondo », vale a dire un intermittente dell'incisione nel tempo e nello spazio. A partire dal 1998, Marton Takáts viene con regolarità a Parigi, città che più di altre gli sembra permettere agli artisti di essere se stessi e di esprimersi liberamente. Partecipa a « Trace 98 », un' associazione di incisori in cui stringe amicizia con artisti come Pierre Delvincourt o Guy Braun e ottiene un premio al Salon des Artistes Français nel 1999. L'anno seguente (2000), la città di Miskolc, capitale ungherese delle arti grafiche, gli commissiona un ordine importante di quindici grandi incisioni acqueforti. L'artista si alterna fra Budapest e Parigi. All'inizio del suo lavoro di grafica, in genere c'è sempre il disegno per poter cogliere l'emozione dell'istante e l'atmosfera ; ne ha creati diverse migliaia, spesso a penna per rappresentare dei personaggi, a volte con sfumature ad acquerello color seppia per l'ambiente intorno. L'artista si esprime attraverso diverse tecniche : acqueforti, punta secca, al bulino, tecniche miste, monotipi (per la spontaneità). Realizza anche dei gouache e attualmente si concentra sulla pittura. Marton Takáts, che vive e lavora attualmente a Budapest, ama lasciare un segno sul metallo; col suo gesto rapido, ampio e spontaneo risponde così al mistero e all'incertezza dell'alchimia che permette di ottenere un'opera di cui non si possono controllare perfettamenteet tutti i parametri.
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Tracce bibliografiche
Da leggere sull'artista o dell'artista :
Catalogue de la 6ème Biennale d'Estampe Contemporaine de Paris, 1998Revue « Univers des Arts » consacrée au Salon 1999 de la Société des Artistes Français
Revue « Nouvelles de l'Estampe » de juillet-septembre 2004
« Marton Takáts », Molnár Attila, Ed. Tiara, Budapest, 2005
« Budapest - Hommage à Piranesi », Ed. Tiara, Budapest, 2006
Catalogue de la 7ème Biennale Internationale de Gravure de Lorient, 2007
« Marton Takáts », János Sturcz, photographies de Tamas Schmidt, Ed. Geopen Books, 2011
Sito web :
www.takatsmarton.hu/index-lang.htmFrancobollo :
Valutazione - Mediazione
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Manifestamente artisti
L'arte e gli artisti si mettono in mostra : manifesti, gallerie, musei, esposizioni personali o collettive. Sui muri o nelle vetrine, sagge o ribelli, i manifesti avvertono, commentano, mostrano. Alcuni sono stati composti da un artista in occasione di un avvenimento particolare, altri, austeri, non hanno che la lettera.Alcuni sono stati creati con la tecnica litografica, la maggior parte sono delle semplici riproduzioni offset. Numeroso sono quelli che amano collezionare questi rettangoli d'arte, su carta lucida o opaca, monocrome o con differenti colori, con molte parole o quasi mute. Vi presentiamo riuniti qui di seguito i manifesti (francesi e stranieri) in omaggio agli artisti presenti sul nostro sito (327 ). Tra questi ultimi, alcuni non hanno ancora il « loro manifesto », che viene quindi sostituito da un catalogo d'esposizione o da una rivista. Siamo felici di poter rendere omaggio, grazie a questa rubrica, alcune gallerie mitiche come Denise René, Louis Carré, Claude Bernard, Berheim Jeune, Maeght, Pierre Loeb e moltre altre ancora.
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