2. Artisti e stock
3. Veronique Agostini
4. Biografia

Note di biografia

Tra il Mediterraneo ed il Massiccio della Guardiole, Véronique Agostini vive e lavora a Frontignan. Nata a Sète nel 1965, la terra della Linguadoca-Roussillon - la sua terra - contribuisce indubbiamente al carattere paesaggistico del suo lavoro. Ha la passione per la carta, che manipola con acutezza e rispetto. L’armonia evidente fra l’artista e la materia sembra, nel caso di questa artista, basata su un tacito accordo fattosi naturalmente. Pittrice ed amante dei volumi, l’artista ricrea la sua visione della natura che la circonda.
Realizza delle sculture vegetali a partire da una carta fabbricata in Nepal e che deriva da un albero, il Lokta, che cresce tra i 2000 e 4000 metri d’altezza. La sua arte e la sua creatività si volgono ad oriente; Véronique Agostini scrive: “Mi rivolgo verso l’oriente, culla della carta. Scopro con stupefazione che da diversi anni lo seguo sul mio percorso di vita. Senza rendermene conto faccio del kirigami (carta ritagliata), del harico (papier maché), dell’origami (carta piegata), del suminagashi (inchiostri fluttuanti), tecnica che uso per l’illustrazione di libri”.
E’ nella contemplazione della natura, dei paesaggi e dei luoghi, nel succedersi delle stagioni che l’artista attinge la sua energia per creare ed i temi che le sono essenziali. Ha scelto proprio la carta perché è il “materiale della natura per eccellenza”, giocando su una ambivalenza fragilità/ robustezza che la seduce. Agostini ama appunto giocare con la fragilità delle apparenze.
Ha pubblicato parecchi libri d’artista illustrati a tiratura limitata per le Edizioni Rivières, delle poesie di Pierre André Benoît (il poeta è nato nel1921 ad Alès), di Michel Butor, Gaston Puel ed altri. Véronique Agostini ha dedicato un blog d’internet ai libri d’artista, testimonianza del suo grande amore per l’arte e per la poesia. “Accordarsi del tempo per mettersi in sintonia col tempo che fa”- scrive ancora l’artista.

Sa matière de prédilection c’est le papier, venue d’extrême Orient, avec son caractère fragile comme la vie, subtil comme une émotion, plus ou moins translucide à l’instar de nos rapports avec le monde environnant, les autres notamment. Bernard Teulon-Nouailles

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